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Inviato da avatar Poliedra Politecnico di Milano il 20-04-2016 alle 12:55



Storico stabilimento elettromeccanico situato nel cuore del quartiere Savona-Tortona, l’ex Ansaldo di via Bergognone è uno dei luoghi simbolo dell’industria milanese. Su impulso del Comune di Milano, l’area ospita oggi diverse manifestazioni e attività culturali e, in particolare, il Museo delle Culture (Mudec). 

Realizzato nei primi anni del Novecento, le origini di questo grande stabilimento elettromeccanico sono da ricondurre al 1904, quando l’impresa Roberto Züst insediò i primi edifici produttivi, poi passati nel 1908 alla AEG e nel 1915 alla Società Elettrotecnica Galileo Ferraris, in una zona allora periferica caratterizzata da grandi impianti industriali, trai i quali spicca il coevo e limitrofo stabilimento Riva di via Stendhal. Con il continuo avvicendarsi di diverse imprese, l’area dello stabilimento registrò un progressivo ampliamento che si manifestò dopo la prima guerra mondiale con il passaggio alla Franco Tosi e, soprattutto, nel 1921 alla CGE, specializzata nelle costruzione di grandi trasformatori elettrici. 

L’attuale forma dello stabilimento si è consolidata negli anni Trenta sulla base dei grandi edifici perimetrici costruiti precedentemente dalla Società Elettrotecnica Galileo Ferraris: l’edificio d’ingresso su via Bergognone, successivamente alzato fino ai quattro piani attuali, e il fronte monumentale su via Tortona. Il prospetto degli edifici più antichi presenta un basamento lapideo al piano terreno e un rivestimento di mattoni a vista ai piani superiori. Le decorazioni della facciata sono invece costituite da cornici attorno agli infissi e inferriate in ferro battuto a protezione del primo piano.  

Con il passaggio alla CGE, lo stabilimento si ampliò raggiungendo il perimetro attuale: furono costruiti nuovi fabbricati per ospitare il nuovo refettorio, magazzini, officine e locali di carico e scarico. I capannoni erano collegati alla stazione di Porta Genova tramite binari di raccordo, ancora oggi ben visibili presso l’ingresso principale. Come segno della forte espansione dell'insediamento, è rimasto un ponte di collegamento sospeso sopra via Tortona. 

All’interno dell’ex stabilimento, sono ancora visibili i capannoni utilizzati per la produzione e la movimentazione dei materiali, da tempo in fase di riconversione per ospitare uffici comunali, attività ed enti culturali. In particolare, alcuni di questi edifici ospitano dal 2001 i celebri laboratori del Teatro alla Scala. 

Dopo il passaggio nel 1966 all’Ansaldo, lo stabilimento continuò l’attività produttiva fino alla sua progressiva dismissione negli anni Ottanta con il generale processo di deindustrializzazione del quartiere. Nel 1989 il Comune di Milano acquistò così l’intera area in disuso con il vincolo di utilizzo a servizi culturali, bandendo nel 1999 un concorso internazionale di architettura per la riconversione di parte del complesso ad attività culturali e museali, vinto nel 2000 dall’architetto David Chipperfield. Con l’obiettivo di preservare il carattere architettonico e la configurazione urbana tipici dell’area, il progetto poi elaborato si è basato sul principio del minimo intervento, con il restauro di alcuni corpi di fabbrica e la costruzione di un nuovo edificio a forma libera all’interno dell’ex stabilimento per il Museo delle Culture (Mudec), senza spigoli e con facciate interne luminescenti. Progettato per rivolgersi ai linguaggi contemporanei focalizzandosi sugli aspetti antropologici e sulle sovrapposizioni fra tradizioni e saperi, il complesso museale, destinato a ospitare testimonianze delle culture non europee conservate nelle raccolte comunali ed esposizioni temporanee, è composto da un sistema di parallelepipedi grezzi disposti su una superficie ricavata dalla demolizione di alcuni edifici dismessi. 

Oltre al MUDEC - Museo delle Culture e ai Laboratori del Teatro alla Scala, oggi il complesso ospita il nuovo polo culturale cittadino BaseMilano. L'area che si sviluppava nell'altro lato di via Tortona è stata occupata da Superstudio Più.
 

     

 

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