8 anni fa

Intervista Salvatore Licitra

Testimonianza di Salvatore Licitra, nipote e curatore dell'archivio di Gio Ponti

Descrizione

Salvatore Licitra, nipote di Gio Ponti e curatore dal 1996 dell’omonimo archivio (www.gioponti.org/it/archivio), ci racconta che Gio Ponti raccolse fin dagli anni Venti i materiali della sua vasta opera di architetto, artista e designer ma non modosistematico e definitivo, con continui riutilizzi, correzioni del materiale originario.Un archivio molto interessante e quasi un cantiere aperto fino alla sua morte.

La collaborazione con la Richard Ginori è un episodio iniziale e significativo dell’attività di Ponti che però dice già tutto del personaggio. Tornato dalla Prima guerra mondiale, dove aveva militato nel Genio Pontieri, Ponti era un giovane e brillante architetto, che fu individuato da Augusto Richard, proprietario della nota industriadi ceramiche allora in cercadi un rilancio. L’incarico fu affidato a lui, un giovane brillante architetto ad inizio carriera.

Ponti prese subito in carico l’impegno con entusiasmo,non limitandosi solo a faredei disegni per arricchire la collezione di ceramiche, ma assumendone la direzione artistica, culturale e occupandosi persino di certi risvolti economicie pratici con l’obiettivo di rilanciare l’azienda.

Anzitutto affermò la necessità di fotografare tutto, per avere la documentazione fotografica dei prodotti così da poterlifar conoscere in tutto il mondo, in America, in Francia ein questo modo promuovendoli.

Ponti riprese anche molti decori tradizionali delle ceramiche, ispirandosiai vecchi modelli e rifacendoli in maniera vivace edironica.

Quella di Ponti alla Ginori fu una vera regia: del resto questo suo modo di lavorare da artista-registalo si vede anche in altre opere (vedi la costruzione del palazzo Montecatini, seguita fin nei minimi dettagli).

Si occupò del rilancio della Richard Ginori sotto vari aspetti.

Dalle lettere inviate agli stabilimenti produttivi emergono indicazioni su come si dovessero realizzare i suoi disegni o come il fotografo doveva fotografare i vari prodotti, oppure egli obiettava sul fatto che un pezzo fosse messo sul mercato a un prezzo non ragionevole rispetto a un altro. Tutto per far in modo di indirizzare la Richard Ginori verso un successo, che poi in effetti  ottenne. Infatti a Parigi all’Esposizione internazionale di Ceramica del 1923 vinse un premio.

Ponti si occupavaanche della presentazione del prodotto, curando il catalogo, della sua promozione quindi teneva i rapporti con le riviste e talora con l’estero. Riteneva essenziale informare anche gli altri Paesi di quello che produceva la Richard  Ginori.

Ponti inventò per le ceramiche Ginori delle nuove decorazioni, ma riprese anche dei motivi tradizionali (piccoli fiori e decori) rivisitandoli e modernizzandoli, con una vivacità e ironia tutta sua. La sua non fu una scrupolosa riedizione del classico ma quasi un divertissment riprendere il classico attualizzandolo.

Alcuni anni fa a Selinunte mentre visitavo un piccolomuseo locale mi colpì tra alcuni antichissimi pezzifenici una brocchetta con un manico che terminava alle due estremità con due mani che parevano reggerla.  Mi colpi la modernità del pezzo, osservando poi il catalogo Ginori ne ritrovai uno molto simile.

La verità è che Ponti andava per musei e, come testimoniato nei suoi quadernetti, disegnava bellissimi decori riprendendo talora ciò che aveva visto in giro, come elementi etruschi o fenici, con la sua sensibilità e quella del suo tempo.

Un antesignano del design, per certi aspetti. Un aspetto poco noto della sua collaborazione con la Ginori è che accanto ai grandi vasi, realizzò anche i servizi da tavola ed anche una vasta produzione di piccoli pezzi come tartarughine o animaletti segnaposto che servivano da accompagnamento. Non aveva insomma preclusioni di sorta, convinto com’era che un’azienda che produce deve entrare nelle case delle persone. Deve pensare al mercato, diremmo oggi.

Un altro esempio della straordinaria produzione di Ponti sono le piastrelle decorate realizzate per alcuni ambienti a Palazzo Mezzanotte qui a Milano. Ponti disegnò delle figure femminili perché fossero riprodotte su queste piastrelle artistiche espressamente prodotte dalla Ginori di San Cristoforo per quello che oggi è il palazzo della Borsa. L’Idea che la piastrella potesse essere usata come sfondo, quasi un mosaico per raccontare una storiafu impiegata da Ponti anche per la pubblicità delle ceramiche Ginori in occasione di presentazioni o esposizioni.

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