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Inviato da avatar Emanuela Duina il 08-10-2015 alle 08:50

Pedalando sul Naviglio del Sale: brevi cenni

Barcone sul Naviglio Pavese con trasporto di sale. La foto è tratta dall’articolo www.laputa.it/naviglio-pavese


Un cenno storico

Il Naviglio Pavese è, rispetto al fratello maggiore Naviglio Grande, un canale d’acqua relativamente giovane perché iniziato alla fine de 500 e ultimato solo agli inizi dell’800 in epoca napoleonica dagli austriaci.

La prima idea di unire direttamente Milano con il Ticino è dell’Ing. Meda nel 1595, per abbreviare la strada che da Venezia, lungo il Po, dovevano percorrere i commercianti per portare a Milano beni e prodotti, primo fra tutti il sale, indispensabile per la conservazione del cibo e quindi per il sostentamento della popolazione. Per questo il Naviglio Pavese si è caratterizzato come la strada del sale, rispetto al Naviglio Grande che è stato la strada principalmente per il trasporto del marmo destinato alla costruzione del Duomo e dei materiali per la costruzione (sabbia, pietre, ecc.). Per attuare l’idea dell’ingegner Meda gli Spagnoli, signori di Milano, costruiscono il canale giusto fino alla seconda conca (detta fallata, cioè incompiuta) a causa dell’instabilità politica non riescono a completare l’opera.



 

 

Il progetto viene ripreso da Napoleone che vorrebbe continuare l’opera ma non riesce a causo dell’impegno della campagna di Russia; alla fine il Naviglio Pavese sarà portato a termine dagli austriaci che collegano quindi il canale dalla Darsena al Ticino attraverso Pavia.

Se si può parlare di perfezione tecnica per il Naviglio Grande (unico naviglio senza conche), dobbiamo abituarci ad un’immagine di imperfezione del Pavese, che in soli 33 (o 35) km deve fare i conti con un dislivello imponente (quasi 56 metri), con la necessità di creare ben 14 conche, che rendono i trasporti lenti per il superamento continuo di conche. In più, ci si accorge nel tempo che la dimensione stretta (tra gli 11 e i 12 metri) rende più difficoltosa la manovrabilità delle imbarcazioni: nel 1831, nel suo primo giro, tocca alla barca a vapore Otello a rischiare di incagliarsi dato che nel girarsi smuove con le pale troppa terra dal fondo delle ripe, evidentemente basso. Con l’arrivo del treno (la tranvia a vapore per Pavia, attiva dal 1880 al 1936, che segue fianco a fianco il percorso del canale) il Naviglio Pavese, più che per la navigazione, verrà utilizzato soprattutto per l’irrigazione. Gli ultimi barconi percorrono il Pavese e ed arrivano in Darsena nel 1965.



La fine della navigabilità

Va detto che i salti di livello, se da un lato hanno limitato e poi decretato la fine della navigabilità del Pavese, hanno aiutato il sorgere in passato delle prime fabbriche, che dai salti d’acqua hanno tratto forza motrice. Prima fra tutte la cartiera Binda del 1855, oggi trasformata in residenze abitative, al civico 250 dell’Alzaia Naviglio Pavese, ma anche l’opificio francese de Schappe alla Conca di Rozzano, del 1898, chiuso nel 53.


Il Naviglio Pavese e la ciclabilità

La crisi industriale, i limiti alla navigabilità e la naturale collocazione nel Parco Agricolo Sud dove l’agricoltura è elemento caratterizzante del territorio, rendono peraltro il percorso lungo il Naviglio Pavese particolarmente interessante dal punto di vista turistico e del tempo libero per il valore naturalistico e paesaggistico dovuto alla presenza di abbazie e cascine che mantengono caratteristiche rinascimentali, alla presenza di parchi storici (come quello visconteo alle porte di Pavia), alla caratteristica dell’agricoltura (risaie, marcite, ecc.) con tutta la biodiversità che ne consegue. A pochi KM da Milano il Naviglio Pavese ha dunque una godibilità maggiore del Naviglio Grande.



Per rivalutare questo canale, che non ha ricevuto l’attenzione che merita dagli investimenti di EXPO, mettiamoci in pista soprattutto per avviare il progetto di ciclabilità nel tratto del Comune di Milano. L’alzaia da Milano fino ad Assago è una via Crucis ciclistica: si è stritolati da auto e camion a doppio senso in una careggiata stretta. Non c’è spazio a chi vorrebbe viverlo con fluire più lento in bicicletta o a piedi.

Dunque suggerire itinerari, sottolineare squarci di paesaggio, riscoprire quell’agricoltura che ha resistito e che la farà sempre più da regina nella bassa milanese sperando che in un futuro diventi tutto percorribile a piedi e in bici, e possa rappresentare, dopo essere stato strada del sale, la strada del VEN-TO. (progetto ciclabile da Torino a Venezia passando da Milano. Vedi: www.progetto.vento.polimi.it)

Curiosità

Perché si chiama Conca Fallata? I fondi per completare la costruzione del Naviglio Pavese finiscono in fretta e quindi la prima conca rimase incompiuta, fallata.

Le conche non sono state inventate da Leonardo ma da due ingegneri di casa Sforza, Filippo degli Organi e Fioravante Fioravanti nel 1439 (13 anni prima della nascita del genio vinciano). A Milano la prima conca fu quella in via Arena nel 1497 (c’è ancora una lapide).

Il ponte in ferro davanti al quartiere Basmetto si chiama ponte dell’Annone, dal nome della cascina lungo l’Alzaia. Costruito nel 1865 per collegare la cascina Basmetto al mulino della Follazza di via Gattinara, è stato sostituito nel 1985, con uno assolutamente identico , dalla Fonderia di Ghise Speciale Lamperti di Limbiate.

IL Pavese era chiamato Navigliaccio, perché ci finivano tutti gli scarichi della città

La centrale mai partita. A fianco della Conca Fallata negli anni ottanta si è iniziato a realizzare una centrale idroelettrica che doveva portare elettricità a 500 unità abitative sfruttando l’energia della caduta. A realizzare la centralina è AEM. A2A eredita l’impianto che funziona a singhiozzo tra il 2006 e il 2009 solo in occasione di fiere o collaudi ma poi si blocca definitivamente a causa delle alghe del Naviglio che crescono troppo in fretta e bloccano gli ingranaggi. Quasi 3 milioni di euro buttati… nell’ acqua.



 

FONTI:

Vogliotti, In bicicletta nei dintorni di Milano, Ediciclo

R, Tammaro, Borghi e Cascine della zon 5, Milanosud

Touring Club Italiano, Lombardai in bicicletta

On line: http://www.prolocobinasco.it/binasco/

www.wikipedia.it

http://www.laputa.it/naviglio-pavese/

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_dicembre_17/centrale-spreco-conca-fallata-2113201009034.shtml

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