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Inviato da avatar Associazione Museolab6 il 09-06-2015 alle 12:07

L’azienda fondata nel 1873 da Giulio Richard avviò con Gio Ponti agli inizi degli anni Venti una proficua collaborazione che si protrarrà fino al 1938. Il giovane architetto e designer era appena tornato dalla Prima guerra mondiale, dove aveva militato nel Genio Pontieri, quando Augusto Richard lo individuò per rilanciare l’industria di ceramiche fondata da suo padre.

Ponti progettò ceramiche e maioliche “abbracciando subito l’impegno con entusiasmo” racconta Salvatore Licitra, che ha raccolto e cura lo sterminato archivio del poliedrico artista, “non limitandosi a fare dei disegni per arricchire la collezione di ceramiche, ma assumendone la direzione artistica, culturale e occupandosi persino di certi risvolti economici e pratici con l’obiettivo di rilanciare l’azienda”.

Anzitutto affermò la necessità di fotografare tutto, per avere la documentazione fotografica dei prodotti così da poterli far conoscere in tutto il mondo, in America, in Francia e in questo modo promuovendoli.

Quella di Ponti alla Ginori fu una vera regia: si occupò del rilancio della Ginori sotto vari aspetti. “Dalle lettere inviate agli stabilimenti produttivi, a quello di San Cristoforo come a quello di Doccia” prosegue Licitra “emergono indicazioni su come realizzare i suoi disegni o come il fotografo doveva fotografare i vari prodotti, oppure egli obiettava sul fatto che un pezzo fosse messo sul mercato a un prezzo non ragionevole rispetto a un altro. Tutto per far in modo di indirizzare la Richard Ginori verso un successo”; come di fatto avvenne quando nel 1925 la Richard-Ginori vinse a Parigi il Grand Prix alla Exposition International des Arts Décoratifs et Industriels Modernes.

Ponti si occupava anche della presentazione del prodotto, curando il catalogo, della sua promozione realizzando la pubblicità, poi teneva i rapporti con le riviste e talora con l’estero. Riteneva essenziale informare anche gli altri Paesi di quello che produceva la Richard Ginori.

Per le ceramiche Ginori egli inventò delle nuove decorazioni, ma riprese anche dei motivi tradizionali (piccoli fiori e decori) rivisitandoli e modernizzandoli, con una vivacità e ironia tutta sua. La sua non fu una scrupolosa riedizione del classico ma quasi un divertissement a riprendere il classico attualizzandolo.

Un antesignano del design, insomma. Un aspetto poco noto della sua collaborazione con la Ginori è che accanto ai grandi vasi” sottolinea Salvatore Licitra “realizzò una vasta produzione di piccoli pezzi come tartarughine o animaletti segnaposto che servivano da accompagnamento per i servizi da tavola. Non aveva insomma preclusioni di sorta convinto com’era che un’azienda che produce deve entrare nelle case delle persone. Deve pensare al mercato, diremmo oggi”.

Un altro esempio della straordinaria produzione di Ponti sono le piastrelle decorate realizzate per alcuni ambienti a Palazzo Mezzanotte, oggi sede della Borsa di Milano.

Ponti disegnò delle figure femminili perché fossero riprodotte su queste piastrelle artistiche espressamente prodotte dalla Ginori di San Cristoforo per quello che oggi è il palazzo della Borsa.

© Tutti i diritti riservati per le immagini Gio Ponti Archives

 

 

 

 

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