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Inviato da avatar Laura Lossi il 11-02-2016 alle 16:18

All'interno della tesi di laurea “Riscoprire il Naviglio Pavese. Un percorso di conoscenza e rinnovamento urbano e territoriale”, a conclusione del percorso presentato nei precedenti post pubblicati qui durante gli ultimi mesi (approfondite analisi, territoriali e sociali, e progettazione di interventi puntuali lungo il Naviglio, atti al ripristino della navigabilità e del percorso ciclabile ad esso affiancato) si è deciso di intervenire su un’area industriale, abbandonata da anni ed oggi in completo abbandono affacciata sul Naviglio Pavese: gli ex Molini Certosa.

LE VICENDE

Il 26 novembre 1909 viene presentato dall’ing. Luigi Mazzocchi il progetto di edificazione dei “Nuovi Magazzini per farine allo Stadera” per conto della Società di Macinazione Milano di proprietà dei Molini Certosa di Certosa di Pavia. Un tempo, dalla facciata che ricorda lo stile liberty, usciva un ponte di ferro che si protendeva verso il Naviglio Pavese al fine di scaricare e caricare la merce (granaglie, farine, ecc.) direttamente sui barconi. Il braccio in metallo, risalente al 1912, ad oggi non è più visibile a causa di un incidente nell’aprile del 2002 nel quale una gru trasportata da un autoarticolato è andata a sbattere contro il traliccio orizzontale, che sovrastava la strada ad oltre 4 metri di altezza, facendolo crollare. Sull’accaduto si legge nel periodico della zona 5 “La conca”: “L’incuria e l’indifferenza stanno minacciando il Naviglio. La città si espande, lo sommerge, lo corrode. Intorno, da una parte si scava, dall’altra si trivella, dall’altra ancora si getta cemento. E il Naviglio trema.”

Anche in un articolo sul Corriere della Sera, datato 8 luglio 2006, di Tesorio Giuseppe si fa riferimento al fantasma dei Molini Certosa: “Gli scorre accanto, come un fiume tranquillo. Il Naviglio pavese accompagna via Chiesa Rossa verso le campagne di un tempo e i condomini di oggi, che sorgono in fretta nei prati tutt' intorno. Al numero 9, si scorge uno scampolo di archeologia industriale, malmesso, risalente ai primi anni del ' 900. Facciata di gusto liberty, con abbondanza di fregi e ornamenti, cancelli arrugginiti. Era un antico deposito di farina, il magazzino Molini Certosa. Fino a una decina di anni fa si poteva ammirare un ponte di ferro che, sospeso sulla strada, si allungava sulle acque per sollevare dai barconi i sacchi di farina (che uscivano dallo stabilimento presso la Certosa di Pavia). Poi, è venuto giù, urtato da qualcosa. Il resto è abbandono.”

Del ponte di ferro così come del trenino (che passava sotto il ponte, diretto a Pavia) il ricordo è vivo grazie a foto d’epoca.

Nell’attuale Piano di Governo del Territorio di Milano l’area è inserita all’interno del PRECU 7 (Piani di Recupero Urbano) per l’adiacente Quartiere di Edilizia Residenziale Pubblica (ERP) Stadera.

IL PROGETTO

L’area di progetto si presenta quasi come un vicolo, stretto e lungo, schiacciato tra un fronte nord e un fronte sud, entrambi caratterizzati dalla presenza di muri perimetrali e facciate cieche. L’accesso al lotto avviene da due diversi punti: a nord da via Francesco de Sanctis si ha un ingresso carrabile posto poco oltre la metà dell’area; a ovest, affacciato sul Naviglio, lungo via della Chiesa Rossa si trova l’entrata principale. Quest’ultima, ad oggi chiusa da diversi cancelli, nel progetto viene totalmente aperta al fine di restituire ai cittadini un grande spazio pubblico.

All’interno dell’edificio si è pensato di collocare tre diverse funzioni a carattere pubblico: un mercato a chilometro zero; il museo permanente dei Navigli; uno spazio polifunzionale. In riferimento alle strategie proposte al termine dell’analisi S.W.O.T., soprattutto per quel che riguarda la messa a sistema delle cascine e la loro valorizzazione, si è deciso di dedicare il piano terra dell’edificio degli ex Molini Certosa a mercato a chilometro zero per la vendita al dettaglio di prodotti del territorio.

L’ambiente si articola su due differenti livelli, uno in continuità con lo spazio esterno a sud e uno rialzato di un metro a nord.

La parte centrale dell’edificio viene dedicata alla distribuzione: un percorso costituito da una sequenza di rampe permette di raggiungere i diversi spazi del mercato, rendendo lo spazio dinamico attraverso allargamenti e restringimenti. I banchi posti nella parte rialzata a nord godono di accessi sul retro per il rifornimento delle merci grazie ad un vicolo carrabile chiuso da un cancello. Gli stalli che affacciano sulla nuova piazza appaiono come cubi vetrati che bucano il volume nel fronte sud e si aprono anche verso l’esterno per garantire la vendita non solo ai fruitori all’interno del mercato ma anche agli avventori dell’area pubblica. Sempre al piano terra, nella parte terminale dell’edificio, è stato posizionato un bar-caffetteria con dehor “chiuso” tra le mura esistenti ma lasciato a cielo aperto. A questo spazio, al centro del quale si trova una scala per salire al piano superiore, si accede dalla piazza sia tramite una rampa sia grazie ad un’ampia scala a gradoni. Per accedere al primo piano è possibile utilizzare anche due ascensori e una scala racchiusi in un ulteriore cubo vetrato posto al centro dell’edificio. Qui a sinistra troviamo, affacciata sul Naviglio, una sala dedicata a Museo permanente dei Navigli. A destra invece si trova una sala polifunzionale, dotata di terrazzo coperto, che può essere utilizzata sia come spazio di ritrovo dalle diverse associazioni che insistono nella zona sia affittata per eventi privati.

La facciata in stile liberty viene mantenuta inalterata ad eccezione dell’apertura di un portone per l’accesso al mercato. Il fronte nord non viene modificato nelle sue aperture mentre il fronte sud viene cambiato al piano terreno ma mantenuto come l’originale al piano primo. Il prospetto est cambia radicalmente aspetto con aperture asimmetriche.

Lo spazio aperto si compone di un ampio viale principale che parte dal Naviglio e attraversa longitudinalmente l’area andando a formare nella parte terminale una grande piazza. I percorsi perpendicolari ad esso vengono disegnati dalla suddivisione dello spazio interno del mercato: si creano in questo modo zone pavimentate e aree a verde in un insieme dinamico. Queste ultime presentano diversi tipi di vegetazione. A ridosso dei muri ciechi delle proprietà adiacenti si è deciso di mantenere una fascia alberata. La rigidità di questi tracciati viene spezzata da una linea d’acqua che attraversa l’intero spazio pubblico: partendo simbolicamente dal Naviglio si muove a zig-zag andando a formare nel finale un piccolo specchio d’acqua. Su via della Chiesa Rossa viene posizionato un punto bike sharing.

Per favorire l’interscambio tra la navigazione sul Naviglio Pavese e questa nuova polarità si è deciso di progettare un imbarcadero in corrispondenza degli ex Molini Certosa. Posto in sponda destra a ridosso del percorso ciclabile in progetto, è munito di ponte mobile a livello stradale che ruota, affiancandosi alla sponda, per lasciare libero il passaggio per le barche.

Laura e Francesca

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