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Inviato da avatar Paolo Lubrano, Bei Navigli il 04-02-2016 alle 11:57

La nuova linea della metropolitana e in particolare le sistemazioni di superficie delle stazioni MM4 non possono essere limitate alle aree di cantiere e per questo essere considerate ”luoghi chiusi“ con attrezzature e arredi urbani puntuali prevalentemente dedicati alle sole funzioni di accesso e trasporto, ma forte è la necessità di considerare le relazioni con la complessiva area urbana in cui sono inserite. L'obiettivo del progetto è quello di contribuire, con la partecipazione delle comunità locali, alla definizione di idee per la progettazione delle stazioni e dei luoghi urbani interessati dalla nuova infrastruttura ad opera ultimata: un’ampia riqualificazione che tenga in considerazione tutte le opportunità offerte dai contesti intercettati, con una riflessione generale sulle modalità innovative di fruizione collettiva degli spazi pubblici.

In una lettura del contesto compreso tra il parco Solari e la Stazione di San Cristoforo, l’impianto urbano presenta, da sud a nord tre infrastrutture urbane: il Naviglio Grande (il canale azzurro) che mette in rete risorse pubbliche e private (Parco lineare del Naviglio Grande), compresi i due scali ferroviari in dismissione di Porta Genova e San Cristoforo; la Via Verde, percorso ciclabile lungo l’asse Valparaiso – Cola di Rienzo – Vespri Siciliani - Giambellino che collega le aree verdi esistenti dal Parco Solari ai giardini di via Savona presso il cavalcavia Brunelleschi (il canale verde); il tracciato sotterraneo della nuova linea metropolitana 4 (il canale blu) lungo l’asse Foppa-Lorenteggio-Segneri. Queste linee di forza, che suggeriscono modalità di trasporto alternative al mezzo privato, possono essere messe in rete e valorizzate con azioni di riqualificazione urbana considerando le risorse pubbliche e private esistenti.

 

La nuova metropolitana è un opportunità per fare conoscere e valorizzare i quartieri attraversati, la loro storia e la loro attuale vocazione spesso improntata alla innovazione ed alla creatività.

La progettazione degli spazi esterni come di quelli interni alle stazioni, seppur modulata e standardizzata per esigenze tecniche funzionali, può raccordarsi al contesto urbano di riferimento e ad esso ispirarsi nell’utilizzo di paradigmi progettuali coerenti con quel paesaggio che la storia della città ci ha donato.

In questa visione le stazioni non sono solo fermate funzionali al transito dei passeggeri, ma luoghi aperti alla città e spazi aggregativi di coesione e incontro da offrire ai cittadini come nuovi servizi, considerando anche il contesto urbano coinvolto, i suoi caratteri identitari, la sua storia e i suoi valori attuali. La “cura del territorio” può ben esprimersi tanto negli interventi di maggior dimensione quanto nelle piccole aree se intesi quali azioni di ricucitura e “messa in rete” delle risorse della città.

Nell’ottica di una promozione di un sistema culturale integrato di Zona 6, che reinterpreti e restituisca in chiave artistica e creativa le sue risorse territoriali, le stazioni e il loro equipaggiamento devono rapportarsi con i luoghi con continuità e eleganza, anche mettendo in stretta relazione ciò che sta sotto terra con ciò che emerge fuori terra e indicare la presenza della stazioni con segni di riconoscibilità, l’uso di tecnologie informative e immagini che richiamino ciascun contesto e le specificità urbane (esempi di riferimento possono considerarsi le recenti realizzazioni di linee metropolitane a Napoli o a Londra).

 

La proposta operativa che potrebbe dare seguito a questo processo e continuità ai tavoli è contenuta nel documento allegato in calce che, in sintesi propone un quadro di indirizzo e di coordinamento coerente per tutte le tratte e i luoghi urbani interessati, affiancando al progetto ingegneristico della nuova metropolitana un programma di riqualificazione del contesto urbano lungo il percorso della MM 4. L’esito del programma, che dovrebbe vedere ugualmente impegnati tutti gli Assessorati coinvolti e la Società MM4, potrebbe configurarsi come un Piano d’area con linee guida di orientamento ai singoli interventi nelle aree di cantiere, basate sui principali temi condivisi nei tavoli con le associazioni.

Compatibilmente con la possibilità di integrare o modificare i progetti e con attenzione ai costi si potrebbero promuovere progetti pilota per alcune stazioni particolarmente rappresentative di aspetti tematici del paesaggio urbano coinvolto. Una sperimentazione che promuove anche concorsi di idee, finalizzati alla definizione delle opere edili e di alcune installazioni artistiche ad esse complementari.

 

A cura di Paolo Lubrano e Anelisa Ricci

 

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