La realtà milanese

Milano nasce in mezzo all’acqua, tra valli fluviali (Ticino, Olona, Seveso, Lambro e Adda) che percorrono il territorio da nord a sud e depositi fluvioglaciali e alluvionali affioranti in prossimità dei corsi d’acqua. La pianura irrigua e la fascia dei fontanili, per la ricchezza d’acqua e per l’altissima fertilità dei suoli, costituiscono una risorsa di elevatissima qualità nei confronti delle produzioni agricole. Ma dopo gli anni '70 le cose sono cambiate: una frattura, anche di natura culturale, si è determinata tra la città e il suo territorio rurale, con la perdita di valore dei sistemi paesaggistici lineari ed areali che nel passato assicuravano il rapporto tra città e campagna e che, nel caso milanese, si innestavano lungo i Navigli milanesi. Oggi si assiste ad un distacco cognitivo e culturale tra ruralità e cittadini, i cui stili di vita sono sempre più indifferenti ai processi di sfruttamento e consumo di suolo, che progressivamente erodono lo spazio dell’agricoltura più prossimo alla città. Il fragile destino dell’agricoltura intorno alle città non interessa alla cittadinanza urbana che non riesce più a cogliere il legame tra i propri bisogni fondamentali e la terra, visto che i supermercati traboccano di prodotti senza che ci si debba preoccupare della loro provenienza e dei requisiti della loro produzione, conservazione, trasporto e senza più cogliere il legame tra il proprio benessere e la salubrità ambientale del contesto in cui si vive.

Il territorio rurale metropolitano
L’ecomuseo Milano sud riprende il tema del territorio rurale metropolitano e del ruolo strategico del sistema delle acque per promuovere, anche valorizzando ed utilizzando gli spazi partecipativi in rete, la partecipazione civica nella formazione delle decisioni che riguardano il territorio dei Navigli, gli spazi aperti e le acque, nel prospettiva di un rilancio strategico del rapporto città campagna.

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